dell’Ing. Fabio
Pugliese
2021 - autore del
libro “Ecco chi è Stato!”, un inedito sulla Statale 106 ionica in Calabria,
2014/2020 - fondatore
ed ex presidente dell’O.d.V. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106,
2013 - autore del
libro “Chi è Stato?”, il primo libro scritto sulla strada Statale 106 ionica.
Nel mentre molti di noi vivono qui in Calabria con spensieratezza le
vacanze ed il mare a Roma, in questi giorni, si consuma l’ennesimo scontro
totale sulle candidature nei collegi. Cinque anni fa, per esempio, nel mio
collegio, furono eletti nel listino bloccato alla Camera Forciniti, e la
Scutellà mentre al Senato fu eletta l’Abate. Solo Sapia venne eletto con il
voto di preferenza.
Proprio quest’ultimo (come gli altri fu eletto nel M5S), arrivando
primo per numero di preferenze fu eletto, appunto, scavalcando il secondo che, per
il centro-destra, era Ernesto Rapani di Corigliano-Rossano. Mentre ultimo per
il centro-sinistra arrivò Ferdinando Aiello che però proveniva da Rogliano: non
era di questo territorio.
Oggi è tutto diverso.
Perché c’è la possibilità che nel mio collegio, così come in tutti gli
altri della Calabria, vi siano candidati paracadutati addirittura da Roma oppure
da territori diversi. Può succedere che un crotonese può trovarsi candidato un
reggino e viceversa o che un cittadino dello jonio cosentino può trovarsi un candidato
che proviene da Cosenza. Oppure peggio, da chissà quale parte d’Italia.
Il guaio vero è che oggi il partito più forte in Calabria non è più,
come 5 anni fa, il M5S ma è il non voto. Proprio il non voto, che già è molto
forte, verrà favorito da scelte di questo tipo se verranno confermate come si
apprende dalle indiscrezioni della stampa.
I cittadini sono delusi, disillusi, sempre più lontani dalla politica. C’è
una apatia che fa davvero paura in Calabria. Per questa ragione, di fronte a questo
scenario, è necessario puntare nei collegi su candidati del territorio,
possibilmente apprezzati, autorevoli e riconosciuti che siano capaci di motivare
molti delusi attraverso la fiducia personale che riescono a riscuotere e che,
quindi, possano far capire a molti delusi che il non voto non risolve nessun
problema.
I problemi diversi e svariati che riguardano la Statale 106, ad
esempio, possono essere affrontati e risolti meglio da un cittadino di Cosenza,
di Diamante o di Vercelli oppure da un cittadino di Corigliano-Rossano, di Locri
o di Crotone che li vive quotidianamente? Stesso discorso vale per tutte le
questioni aperte: sanità, ferrovie, spopolamento giovanile ecc. ecc.
Poi c’è un’altra questione legata alla qualità dei candidati. Seppure è
fondamentale che sia del territorio (quindi, del collegio), e che sia apprezzati,
autorevoli, riconosciuti e, quindi, persona di cui ci si fida, è necessario che
siano, soprattutto questa volta, preparate e capaci.
È avvilente che nel nostro territorio calabrese non via sia oggi un
dibattito su un tema così rilevante ed è per questo che spero che nei prossimi
giorni, anche dopo questo mio umile contributo, possa nascere un momento di
grande confronto (anche attraverso tante altre prese di posizione pubbliche),
in cui si chiede di dare alla Calabria dei candidati calabresi e, soprattutto, ai
territori i propri candidati.
Se ciò avverrà sarà un bene per l’interesse generale del Paese ma se
non accadrà il risultato si vedrà in Calabria e temo che si materializzerà in un
non voto così eclatante di quelli mai visti prima: insomma, un vero e proprio terremoto.
Questo, però, lo capisce solo chi come me vive in Calabria…