SULLA STATALE 106 SERVE UN PONTE CON LA NOSTRA COSCIENZA
dell’Ing. Fabio Pugliese
autore del libro “Chi è
Stato?”, il primo libro scritto sulla strada Statale 106 ionica,
autore del libro di prossima
pubblicazione “Ecco chi è Stato!”, un inedito sulla Statale 106 ionica in
Calabria,
fondatore ed ex presidente
dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”
Fino ad oggi, il 2021 ci consegna,
purtroppo, l’ennesima triste e tragico bollettino sulla Statale 106 “Jonica” in
Calabria: 20 vittime. Anna Maria Concetta Cutuli di 64 anni, Kawsu Ceesay di 26
anni, Maria Mammone di 87 anni, Valentino Po' di 80 anni, Altea Morelli di 17
anni, Raffaele Misuraca di 19 anni, Vittorio Paone di 28 anni, Domenico
Malacrinò di 55 anni, Ferdinando Marzano di 87 anni, Akrem Ajarì di 18 anni,
Eleonora Recchia di 21 anni, Michela Praino di 20 anni, Francesco Cannistrà di 31
anni, Silvestro Romeo di 52 anni e la moglie Giusy Bruzzese di 45 anni, Antonio
Costantino di 48 anni e Massimiliano Ceccarelli di 47, Alfredo Fregomeli di 46
anni, Cesarina Antonia Muto di 58 anni e Manuel Laganà di 22 anni.
Queste 20 vittime non sono solo
numeri e non serve ricordarli solo per le statistiche.
Sono persone che avevano delle
storie, dei sogni e, quindi, delle potenzialità che intendevano concretizzare e,
infine, dei legami recisi con altre persone che oggi restano e soffrono per la
loro scomparsa. Come possiamo dimenticare il dolore di Rosanna la mamma di
Altea Morelli e di Daria la mamma di Raffaele Misuraca? Come possiamo
dimenticare il dolore di Pierluigi, il fratello di Vittorio Paone? Come
possiamo rimanere insensibili di fronte ai piccoli bambini di Eleonora Recchia
che saranno costretti a vivere senza la mamma? Cosa dire di Francesco, 11 anni,
che lo scorso 29 agosto ha perso il papà Silvestro Romeo e la mamma Giusy Bruzzese?
Come possiamo dimenticare il dolore di Francesco e di Rossella, che oggi
avrebbero dovuto festeggiare la laurea del 22enne Manuel Laganà?
A tutte queste storie dobbiamo
unire quelle delle 87 persone che sulla Statale 106 hanno perso la vita negli
ultimi 5 anni. E poi quelle di tutte le migliaia di persone che hanno lasciato la
vita sulla Statale 106 “Jonica” in Calabria prima di loro…
Inoltre, ci sono anche i feriti:
di quelli non parla mai nessuno. Pensate, dal 1996 fino ad oggi, sono oltre
25.000 e, di questi, moltissimi hanno riportato danni fisici permanenti mentre molti
altri i danni li conservano nella loro mente.
Dietro questi numeri ci sono
delle persone: con le loro famiglie, le loro storie, i loro sentimenti, i loro
sogni svaniti per sempre ma c’è anche una occasione persa per tutti noi. Perché
nessuno di noi può immaginare cosa, ognuna di queste persone, avrebbe potuto
dare alla nostra società e, quindi, cosa avrebbe potuto fare di buono per
l’interesse generale.
Questi numeri, queste persone,
queste possibilità mancate, dovrebbero farci riflettere tutti.
Io, per stimolare tutti ad una
riflessione, ho 5 domande.
Quante vittime abbiamo avuto
negli ultimi 5 anni sui 3.500 metri di ponte sullo stretto? Grazie al Ponte
sullo stretto di Messina quante vite abbiamo risparmiato? E quanti soldi
abbiamo speso per realizzare questo ponte? Quante volte noi di Reggio Calabria
l’abbiamo percorso pagando il pedaggio per andare al mare in Sicilia evitando
le lunghissime code estive sulla jonica per fare un bagno nell’area grecanica…?
Con quello che abbiamo spero per realizzare questi 3.500 metri di ponte quanti
chilometri di Statale 106 avremmo potuto ammodernare?
Sia chiaro: io non sono contrario
alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Però non credo sia
necessario un luminare per comprendere le ragioni per le quali è prioritario
l’ammodernamento a quattro corsie con spartitraffico centrale su un tracciato
ex novo della Statale 106 tra Reggio Calabria e Sibari piuttosto che il ponte
sullo stretto di Messina…
Ecco perché non smetterò mai di
insistere e di scrivere che prima bisogna pensare alle infrastrutture che
possono salvare vite umane e poi dopo, solo dopo, a quelle che possono generare
benessere economico e turismo (ammesso che i 3.500 metri di ponte sullo stretto
riescano a raggiungere questo obiettivo…).
Voglio augurarmi che questa mia
riflessione possa far riflettere tutta la comunità calabrese, i parlamentari eletti
a Roma ed i loro segretari di partito. Perché continuare a non capire un fatto
ovvio quanto importante può metterci tutti in una condizione molto difficile:
quella di essere moralmente responsabili delle vittime future, che purtroppo ci
saranno sulla Statale 106 e che, a leggere i numeri, rischiano di aumentare di anno in anno.
E basta con questa storia che la
colpa è di chi guida sulla Statale 106 “Jonica” in Calabria! Perché questa è
una infrastruttura inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico, presenta
centinaia di accessi fuori norma e non autorizzati, ha una manutenzione
ordinaria e straordinaria mediocre e poi ha tante, troppe altre ragioni per cui di fatto è una trappola perfetta…
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