dell’Ing.
2021 - autore del libro “Ecco chi è
Stato!”, un inedito sulla Statale 106 ionica in Calabria,
2014/2020 - fondatore ed ex
presidente dell’O.d.V. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106,
2013 - autore del libro “Chi è
Stato?”, il primo libro scritto sulla strada Statale 106 ionica.
Domani sera, alle 18:00, nel comune di Siderno, si riunirà l’assemblea
dei sindaci della locride. Questa è una iniziativa certamente apprezzabile che
nasce – voglio ricordarlo – sotto l’impulso di Padre Francesco Carlino, il
parroco di Roccella Jonica che, lo scorso 2 febbraio, durante i funerali di Davide e
Gabriele Origlia, due giovani vittime della Statale 106, nell’omelia ha fatto
appello proprio ai primi cittadini affinché si determinassero per affrontare e
risolvere concretamente un problema da sempre irrisolto.
Naturalmente c’è anche da sperare che i sindaci siano tutti presenti.
Questo aspetto, è molto delicato, perché non tutti i primi cittadini sono
interessati ai diversi problemi legati alla Statale 106 e ci sono sindaci a cui
il problema non interessa neanche lontanamente. Voglio augurarmi, quindi, che
non sarà questo il caso e che i primi cittadini della locride saranno tutti presenti
evitando giustificazioni mai come oggi irricevibili. Poi c’è un’altra questione
legata alla concretezza e, quindi, al significato ed al valore stesso dell’iniziativa.
Rispetto a questo vorrei avanzare semplicemente due proposte all’assemblea
dei sindaci della locride. La prima è quella di utilizzare l’incontro di
domani sera semplicemente per concordare e definire i termini per l’organizzazione
di un prossimo incontro nella locride che però veda presenti tutti, nessuno
escluso, i sindaci dei comuni interessati dalla Statale 106 e, quindi,
tutti i primi cittadini delle comunità comprese sulla costa jonica calabrese tra
Reggio Calabria e Rocca Imperiale.
Affinché finisca una volta per tutte questa logica dannosa e perversa
secondo cui il tema dell’ammodernamento della Statale 106 a 4 corsie debba necessariamente
essere affrontato sempre per aree locali e non, invece, nel suo complesso. Non
si potrà mai – chiariamolo una volta per tutte – ottenere il risultato di una Nuova
Statale 106 in Calabria fino a quando i sindaci delle comunità che vivono quotidianamente
sulla loro pelle questa tragica problematica non decideranno, una volta per
tutte, semplicemente di unirsi.
L’altra proposta che intendo avanzare all’assemblea dei sindaci è
quella di promuovere un documento condiviso da tutti – se possibile un atto amministrativo
– in cui si chiede alla Regione Calabria, nel prossimo consiglio regionale
che avrà tra i punti all’ordine del giorno proprio quello sulla Statale 106, di
esprimere un atto di indirizzo politico al Governo in cui manifesta la più
ampia disapprovazione per un finanziamento ricevuto pari a 465 milioni di euro
(di cui 220 milioni sulla Statale 106), che disattende e viola ogni principio
di sviluppo e coesione.
Sul sito web ufficiale del Ministero per il Sud si legge: “il Fondo per
lo Sviluppo e la Coesione (FSC) è, insieme ai Fondi strutturali europei, lo
strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche
per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione
degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5,
della Costituzione e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento
dell’Unione europea”.
Poiché la Calabria secondo tutti gli indicatori economici è la Regione
più povera d’Europa e, nella Calabria c’è poi la costa jonica che è la più
povera in assoluto, non si comprendono ma, soprattutto, non si possono più
tollerare le ragioni per cui la politica romana decida di destinare 1,7
miliardi di euro alla Campania, 1,2 miliardi di euro alla Sicilia, 1 miliardo
di euro alla Puglia e neanche mezzo miliardo di euro alla Calabria…
Rispetto al tema delle disuguaglianze e delle ingiustizie conclamate
come questa l’assemblea dei sindaci della locride a mio giudizio non può
assolutamente perdere l’occasione di dire ai nostri consiglieri regionali che è
venuto il momento di dire civilmente e democraticamente basta al Governo con un
atto amministrativo che merita di essere approvato in Consiglio Regionale
semplicemente a difesa della dignità e dei diritti di tutti e di ciascuno.
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